MAXY DYLAN DOG 2011 ( Edizione invernale )



Rivolgiamo la nostra attenzione al nuovo Maxy Dylan Dog. Nuovo in tutti i sensi perchè da quest'anno, l'uscita passa dall'annuale al bimestrale.

Eccovi dunque un Maxy invernale del tutto simile nella forma al cugino estivo ma diverso nei contenuti. Nei contenuti grafici per lo meno.

Il nuovo Maxy, infatti, è interamente disegnato da CORRADO ROI.

Bando a le ciance e scendiamo nello specifico:


LA CAPANNA NEL BOSCO.


TESTI: Giancarlo Marzano.


Ottima storia " Dylaniata ". Marzano scrive un'eccellente parabola horror che si muove su di un piano narrativo ammiccante ad un certo tipo di cinema, virando di volta in volta dalle atmosfere di una pellicola per approdare agli incubi di un'altra. la storia inizia come il milgior " Non aprite quella porta ", per continuare con " Un tranquillo week end di paura ". Nel pieno di un'atmosfera " Slasher " per nulla noiosa ecco la sterzata finale verso un'horror più " classico " e godibile. Forse un po' prevedibile ma comunque ottimo il colpo di scena finale, dove i ( Presunti ) cattivi non sono così cattivi ed i buoni non sono poi così buoni. Si torna all'horror vero e sanguigno, per una storia degna dell'indagatore dell'incubo.


PARANOIA.


TESTI: Pasquale Ruju.


Ruju si conferma maestro delle più cupe vicende dell' Old Boy. In questa storia sembra aver appreso meglio che mai la lezione " Sclaviana " sul personaggio. Una storia trasversale, cupa, che vede il nostro protagonista sprofondare nei meandri della sua psicologia febbrile, nell'arsura di un solitario ferragosto. Dotata di un' atmosfera opprimente, quantomai perfetta per le matite di Roi, PARANOIA si muove lungo soliloqui e situazioni grottesche atte a costruire una filosofia di base in cui inserire Dylan ed il suo " Male di vivere ". Una di quelle storie " Strane ", fondamentali nell'organigramma della testata.


GITA FUORI PORTA.


TESTI: Luigi Mignacco.


Mignacco, nome storico della serie, ci regala una fiaba. Per meglio dire ci regala un insieme di fiabe, nella loro natura più cupa e minacciosa. Dai toni sicuramente meno crudi, la terza e conclusiva storia di questo Maxy, rimane comunque un lettura eccellente. Fate, streghe, draghi ed addirittura una tartaruga gigante, sono solo alcuni degli strani personaggi che incontrerete lungo la lettura. Da segnalare un Groucho in gran forma, dotato di battute taglienti ma particolarmente profonde. La degna conclusione di un albo da acquistare senza ripensamenti.


Nel complesso, questo nuovo Maxy Dylan Dog, offre una lettura piacevole con storie che mantengono un'elevatissimo livello qualitativo, dalla prima all'ultima.

Prima che arrivi il film a devastare il personaggio, godetevi il vero Dylan Dog e tutto il suo potenziale narrativo.
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293



TESTI: Giovanni Di Gregorio


DISEGNI: Nicola Mari


Dopo il numero 291 torno a parlare di un albo scritto da Giovanni Di Gregorio, questa volta con toni più entusiasti.

Rompiamo gli indugi, GLI ULTIMI IMMORTALI è una buona storia. L'idea alla base ( tratta dalla celebre opera di Oscar Wilde, IL RITRATTO DI DORIAN GRAY ), è piacevole e pienamente conforme alle atmosfere cupe e trasversali del personaggio.

La forte sensazione di abbandono e una filosofia mirata ed efficente nei dialoghi, offrono alla storia quella profondità insita nelle trame dell'old boy.

" C'è chi decide di ammazzare il tempo, il tempo invece servirebbe vivo ", cantava Luciano Ligabue in una celebre canzone di qualche anno fa. Nel leggere quest'albo, i versi di questa canzone, possono tornare in mente più vividi ed efficaci che mai.

La vecchiaia fa paura, una paura difficile da sconfiggere, anche per l'indagatore dell'incubo.

L'unica pecca rimane il finale, le ultime due tavole dove ci viene offerta la solita spiegazione razionale del tutto. La " sospensione dell'incredulità " viene meno, a discapito di una logica sempre più conforme alla realtà.

I mostri veri, quelli tanto amati da Sclavi, sembrano ormai un lontano ricordo degli anni ottanta. L'incubo da indagare, fa sempre meno paura.
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292

Testi: Paola Barbato

Disegni: Angelo Stano


Un grande "mah" mi accompagna nel post-lettura di questo numero 292. Il perchè è presto detto.
Non si può trattare una storia di fantasmi in questo modo. Non si può perchè evidentemente si rischia di cadere nel "già visto", e di infastidire il lettore che di roba simile ne ha piene le tasche (e non solo).
Oltretutto, la storia in questione assume connotati surreali anche nelle azioni terrene. Non posso spiegarmi meglio di così, altrimenti non avrebbe senso leggerla, ma diciamo che è presente la classica situazione in cui tuti noi (sani di mente) avremmo agito in un modo completamente diverso. Pagina 91. Leggere per credere.
Beh....è tutto. Non saprei cos'altro aggiungere.
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