GIGANTE 19 [ seconda parte ]


Dopo la prima parte offertavi da Matteo, ecco a voi la seconda portata di questa gustosa pietanza gigante.


IL PENITENTE

TESTI: Pasquale Ruju

DISEGNI: Giovanni Freghieri


La terza storia di questo diciannovesimo albo gigante, porta la firma di Pasquale Ruju. Sceneggiatore ormai storico della testata, Ruju si conferma nuovamente abile maestro dell'incubo e sapiente tessitore di trame intrise di soprannaturale e di quell'Horror trasversale, tipico del nostro personaggio.

L'incipit alla " Nightmare on Elm Street ", apre un'avventura che si snoda tra amori finiti male, ossessioni da stalker e agghiaccianti tendenze suicide. Dylan Dog, torturato nei sogni da un losco figuro, si vedrà costretto a chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.

La forza di questa storia sta nella rappresentazione di una realtà che non è mai come dovrebbe essere e nella descrizione dell'amore non come sentimento intenso di unione, ma come elemento inquietante capace di generare ossessione e sensi di colpa.

Se i " Due di picche " ingrigiscono la vostra vita, questa vicenda potrebbe disturbarvi non poco.


LA CONFESSIONE

TESTI: Giovanni Gualdoni

DISEGNI: Daniela Vetro


Chiusura più che discreta, per un albo gigante tutto sommato degno di una buona promozione. La storia di Gualdoni, che vede all'esordio alle matite la bravissima Daniela Vetro, ci dimostra cosa può succedere se ci sitrova di fronte al demone della gelosia e, credetemi, non è un modo di dire.

Tornare a vedere Dylan Dog impugnare la sua pistola per sparare al volto di un'orribile mostro, può provocare un sussulto soprattutto nel cuore dei più nostalgici. Certo, fosse stato Groucho a lanciargliela avrebbe migliorato di molto l'effetto, ma ci accontentiamo.

Nel complesso, la storia è buona. Dosa bene horror, azione e un finale dove sogno e realtà si confondono. La ciliegina sulla torta.
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GIGANTE 19 [prima parte]


"Belve di Città" - testi di Luigi Mignacco, disegni di Luigi Piccatto

E' sempre una bella sensazione sfogliare un albo (letteralmente) gigante, soprattutto quando la storia si lascia leggere con piacere. E questo, per fortuna, è il caso di "Belve di Città".
Si parte subito senza troppi indugi, con la belva in questione (anzi l'ombra) che commette un efferato delitto. Ma il dubbio che belva non sia viene subito ai lettori più attenti, e forse anche ai meno. Il presunto animale, infatti, si "limita" a fare a pezzi la vittima senza nutrirsene.
Nel frattempo, fa il suo ritorno un personaggio conosciuto nelle pagine del numero 37 della serie regolare. Il suo nome è Seline. E neanche a dirlo, al nostro old boy comincia a frullare per la testa che sia stata proprio lei ad uccidere il malcapitato. Non il primo, però, che verrà scoperto più avanti, ma quello di un'altra sfortunata vagabonda. Ma Dylan dovrà convincersi che c'è qualcos'altro (o qualcun altro) dietro al mistero della "tigre", e che Seline forse non è implicata. Almeno non come aveva immaginato.
Questo "Belve di Città" è un buona storia. Niente di eccezionale, intendiamoci, ma senza dubbio il lettore potrà rimanere soddisfatto dell'apertura del nuovo Gigante. C'è un pò tutto; vecchi trucchi, vecchie conoscenze, vecchie speranze, vecchi problemi. Ecco, forse il suo punto debole è proprio questo. Qualche novità non avrebbe certo guastato, ma ci accontentiamo.


"Autoscatto" - testi di Giancarlo Marzano, disegni di Piero Dall'Agnol

E purtroppo non posso dire altrettanto per questo "Autoscatto". Qui no. Qui non ci accontentiamo.
Si arriva ad un finale (davvero scarso), sfruttando idee già viste, e per quanto mi riguarda, facilmente riconoscibili. Sto parlando del particolare hobby dell'uomo amato da Amélie. Chi sa di che stiamo parlando, sarà abbastanza indignato quanto me leggendo la storia in questione. Chi invece non sa, potrà apprezzare un'idea carina per poi venire a conoscenza di tutto ciò ed essere indignato quanto i primi. Non c'è altro da dire.
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